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Psicoterapia Sistemica
Relazionale


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Cos'è la Psicoterapia Sistemica
Relazionale
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La psicoterapia sistemico relazionale è uno dei tanti approcci esistenti nella psicoterapia, come anche l’approccio cognitivo-comportamentale, psicoanalitico, ecc. Viene anche chiamata terapia sistemica familiare o semplicemente terapia familiare perché ha come focus di osservazione l’individuo inserito all’interno di vari sistemi, primo tra tutti la famiglia. Per questo motivo, si tratta di un approccio che viene spesso utilizzato nel lavoro terapeutico con le famiglie. Tuttavia, è più corretto parlare di psicologia e psicoterapia sistemico relazionale perché è possibile utilizzarla anche per la psicoterapia individuale o per la terapia di coppia. La terapia sistemica ha alla base la teoria sistemico relazionale, da cui deriva il metodo sistemico relazionale.

Il metodo sistemico relazionale

Partendo dalla teoria sistemica, è stato definito il metodo sistemico relazionale che porta un cambiamento nel modo di osservare l’individuo. In primo luogo, vi è uno spostamento dell’attenzione dai fattori intrapsichici, proprio dell’approccio psicoanalitico, a quelli interpersonali, quindi basati sulla relazione. L’approccio sistemico relazionale considera l’individuo inserito nel contesto relazionale, sociale e culturale. Il primo contesto relazionale di appartenenza e di riferimento nell’esperienza emotiva di una persona è la sua famiglia. Secondo questo approccio, il sintomo non è solo un disagio o un problema individuale ma è manifestazione di un disagio dell’intero sistema familiare. La famiglia è il primo contesto esperienziale all’interno del quale i sintomi assumono una funzione precisa per il funzionamento relazionale del gruppo di persone che ne fanno parte. Il portatore del sintomo viene definito come “paziente designato” perché, in realtà, è solo il portavoce di una difficoltà più complessa e profonda. Essendo la manifestazione di un’organizzazione disfunzionale dell’intero sistema, il sintomo può essere compreso al meglio coinvolgendo tutti gli attori in gioco, cioè i componenti della famiglia, poiché ognuno porta il suo contributo al mantenimento della situazione ma anche al suo cambiamento.

La terapia sistemico relazionale familiare

La terapia sistemico relazionale familiare parte dal presupposto che i rapporti familiari contribuiscano alla salute emotiva di ciascun membro all’interno della famiglia. A partire da questo intende aiutare le famiglie e le persone a comprendere meglio le funzioni familiari e i ruoli dei diversi componenti, individuare i punti di forza (le risorse) e di debolezza all’interno del sistema familiare, trovare gli obiettivi e le strategie per risolvere i diversi problemi e sviluppare le capacità di comunicazione per rendere l’intero nucleo familiare più competente. Come detto in precedenza parlando del modello sistemico familiare trigenerazionale le famiglie attraversano diverse fasi lungo il proprio ciclo di vita. Sono proprio i passaggi da una fase all’altra che possono portare a momenti di crisi e disequilibrio. Infatti le famiglie, come le persone, tendono a comportarsi attraverso modalità conosciute ed apprese dalle generazioni passate, cercando di mantenere un equilibrio nel loro funzionamento e nelle relazioni. Queste modalità relazionali, più o meno soddisfacenti e funzionali, possono reggere all’interno di una determinata fase del ciclo di vita perché familiari e strutturate mentre possono andare incontro ad una crisi nei momenti di passaggio da una fase all’altra. Infatti, un cambiamento porta a dover scoprire ed utilizzare nuove modalità di azione e interazione che non sempre il singolo, la coppia e la famiglia riescono ad usare autonomamente. La terapia sistemica, quindi, può essere utile per i periodi di crisi, per problemi persistenti o disturbi specifici (disturbi alimentari, difficoltà relazionali, ecc…) e per problemi legati ad un particolare momento del ciclo di vita, che incidono e pesano sulle dinamiche familiari. Inoltre, può essere ricercata in concomitanza di tutti quegli eventi di vita critici come:

  • una separazione
  • un divorzio
  • un lutto
  • una malattia grave

Questi avvenimenti, infatti, coinvolgono e colpiscono in modo diverso ma sempre significativo tutti gli individui della famiglia.

L'importanza della famiglia nella terapia sistemica

Abbiamo detto che ognuno di noi è, in qualche modo, il prodotto della propria famiglia di origine. Nel linguaggio sistemico si dice che la famiglia è il nostro primo sistema di appartenenza: noi apparteniamo alla nostra famiglia e, allo stesso tempo, la nostra famiglia appartiene a noi. La famiglia, tuttavia, non è il nostro unico sistema di appartenenza: ognuno di noi appartiene a molti e diversi sistemi, come la scuola, il lavoro, gli amici, lo sport. In tutti questi contesti mettiamo in atto e ci relazioniamo attraverso le strategie e le modalità apprese nella nostra famiglia di origine. La famiglia è importante perché influenza in qualche modo le nostre relazioni! Il nostro punto di vista su una situazione o su una persona è fortemente collegato al modo in cui abbiamo imparato a relazionarci. È come se portassimo delle lenti con cui osserviamo il mondo: queste lenti sono l’eredità dei nostri genitori. Tuttavia, ogni realtà può essere diversa se osservata con punti di vista differenti. Perciò cambiando le lenti di questi occhiali possiamo scoprire nuove realtà! È proprio quello che si fa con la terapia: un lavoro per aiutare la persona a cambiare il suo punto di vista.

Il concetto di trigenerazionalità nella terapia sistemica

Trigenerazionale significa tre generazioni: partendo dall’alto abbiamo nonni, genitori e figli o genitori, figli e nipoti, e così via, quindi significa andare indietro nelle generazioni. Ognuno di noi nasce da un padre e da una madre, ma nello stesso tempo arriva da nonni paterni e nonni materni, ancora più indietro da bisnonni, trisnonni e così via. Questo processo è potenzialmente infinito: possiamo arrivare fino a generazioni di cui ignoriamo completamente l’esistenza, ma che, inevitabilmente, convivono in noi. Non si tratta solo di DNA e genetica, ma di qualcosa di più profondo: regole, riti, miti, lutti, traumi, alleanze, segreti, eventi che portiamo dentro di noi ma di cui siamo per la maggior parte inconsapevoli. L’eredità che ognuno di noi si porta dietro ci arriva proprio da questo trigenerazionale: ognuno di noi conosce molte storie legate alla propria famiglia e ai propri antenati, storie che ci hanno raccontato i nostri nonni e che ormai assomigliano quasi a leggende. Ancora più importanti sono però tutte le storie che noi non conosciamo, ma che continuano ad agire in noi, in senso positivo “potenziandoci” o negativo togliendoci “energia”. Spesso nelle famiglie si finge che vada tutto bene e si tengono nascoste delle cose, pensando di farlo per il bene dell’altro. A volte quando le circostanze della vita sono difficili, i genitori decidono di non parlarne: alla prima generazione si tratta di un “non detto”, alla seconda generazione diventa un “segreto di famiglia”, alla terza si trasforma in qualcosa che non si riesce neppure a pensare. È la “patata bollente” che passa di mano! Prima o poi arriva la generazione dove qualcuno saprà accettare, perdonare, rielaborare o semplicemente restituire ciò che non è proprio, che non gli appartiene. Ciò produce un effetto liberatorio. Chiudere i conti con il passato, smettere di vergognarci di ciò che è stato, prendere le distanze dalle azioni degli altri, smettere di attribuire delle colpe o di assumerci responsabilità non nostre sono tutte azioni che, in un’ottica psicologica e trigenerazionale, permettono un processo di crescita.


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